mercoledì 24 giugno 2020

Il Trionfo della Borghesia 1848 - 1875


Titolo: Il Trionfo della Borghesia
Anno di pubblicazione: 1975
Genere: saggio


(…) V’era quindicina differenza fondamentale tra il movimento per la fondazione di stati - nazione e il nazionalismo. L’uno era un programma di costruzione di un manufatto politico che pretendeva di bassi sull’altro. Indubbiamente molliche si ritenevano a questo o a quel fine “tedeschi” non credevano che ciò implicasse un solo Stato tedesco, uno Stato tedesco di unito specifico, non diciamo poi uno comprendente tutti i tedeschi (…) 


Che nell’epoca dell’iper-soggettivismo lo studio della Storia sia bistrattato non stupisce. Stupisce di più che contestualmente i lillipuziani del sapere tentino di nobilitare le proprie gesta attingendo proprio dalla Storia. Tutto un fiorire di cittadini, giacobini, stati generali, nazionalisti. Che poi, se questi nani avessero l’intelligenza di aprire, non dico un libro, ma wikipedia, prima di attribuire a se stessi certi appellativi, forse si renderebbero conto che, quasi tute queste citazioni, più che a illustri paragoni, assomigliano a infelici profezie. 

E pensare che la Storia è una materia accessibile anche ai non addetti ai lavori! Come dice il Prof. Barbero, storico con passione per la divlgazione: “Ho sentito molti chimici o fisici appassionati di storia, non ho mai sentito di storici appassionati di chimica o fisica”. La Storia è per tutti, basta trovare i libri giusti.

Fu il trionfo di una società convinta che lo sviluppo economico poggiasse sull’intraprendenza privata concorrenziale, sul successo nel comprare ogni cosa (compresa la forza - lavoro) sul mercato meno caro e nel venderla sul più caro. 

Il testo di Hobsbawm presenta una serie di caratteristiche che lo rendono nello tesso tempo attendibile e fruibile. L’attendibilità è data dall’Autore, storico inglese, divenuto famoso per aver teorizzato il concetto di secolo breve, ovvero una lettura del ‘900 come un secolo iniziato nel 1914, con il la Prima Guerra Mondiale, e chiuso nel 1991, con il crollo dell’Unione Sovietica.

L’attendibilità delle fonti è data della lunghissima bibliografia, dalle numerose note, dai rimandi ad altri Autori, che il lettore può approfondire e verificare, se lo desidera, ma che può anche saltare, senza perdere nulla del contenuto.

La fruibilità è data dall’impostazione del testo. Il saggio si concentra su un periodo molto preciso che viene analizzato da diversi punti di vista, ciascuno dei quali è esposto in un capitolo. Questo consente al lettore di affrontare agevolmente la lettura e man mano di approfondire alcuni aspetti: politica, economia, società, religione.
Il secondo pregio è la scrittura di Hobsbawm che, da buon inglese, privilegia il pragmatismo all’eleganza, scegliendo una scrittura asciutta, organizzata e semplice. La lettura scorre via senza fatica, alleggerita, di tanto in tanto, da qualche commento ironico o da qualche aneddoto esplicativo. 

Le 400 pagine del volume potrebbero spaventare il potenziale lettore, ma la ricchezza del contenuto compensa. Per esempio: si sente tanto parlare di sovranismo, termine usato a sproposito in sostituzione dello sfortunato nazionalismo. Il concetto di nazione può sembrare intuitivo, ma se si segue l’analisi di Hobsbawm si possono avere degli interessanti spunti su come si possa definire una nazione e su come si sia evoluto il dibattito sul nazionalismo.

Altro argomento interessante è la definizione di borghese, poco familiare alla mia generazione, ma molto noto alla generazione dei miei genitori, sovente inteso ai giorni nostri come classe media. Anche su questo tema l’Autore offre una panoramica molto ampia: la consapevolezza di questo nuovo ceto di se stessa, il desiderio di esprimere la propria appartenenza, la costruzione di una nuova etica, l’esaltazione del successo economico come successo e grazia personale.

Temi cari alle nostre cronache sono anche il razzismo e le migrazioni, già presenti all’epoca, come in altre epoche passate, e può far sobbalzare la similitudine di molti ragionamenti ottocenteschi all’attualità, se non che cambiano i soggetti e le vittime. Le zone utile per chi volesse capire.

Anche il rapporto scienza - tecnologia trova ampio spazio del testo, dal momento che l'800 fu periodo di innovazioni straordinarie: la ferrovia e il telegrafo le più dirompenti, ma nel complesso fu un periodo di sviluppo inimmaginabile. Eppure, la speranza, coltivata da alcuni umanisti, che il progresso tecnico comportasse un progresso sociale veniva puntualmente smentita. 

Allo stesso modo, non è da credere che l’entusiasmo per le nuove scoperte comportasse un maggior desiderio di istruzione. Lo studio era affare di pochi, chiusi nelle accademie e nei laboratori, speranzosi di fare una scoperta vendibile, se dediti alle materie scientifiche, o di contrarre matrimoni vantaggiosi, se dediti alle materie umanistiche. I borghesi, che pure avevano accumulato grandi fortune, non avevano nessun particolare desiderio di miglioramento culturale, convinti com’erano, nella larga maggioranza, che essere avveduti fosse più vantaggioso che essere colti.

Molti altri temi potrebbero toccare la sensibilità del lettore: il dibattito sulla democrazia, la ricerca di una definizione di Europa, la nascita di movimenti egualitaristi, la morale sessuale, il ruolo della religione e delle Chiese, la nuova mania del collezionismo, lo sviluppo di nuove realtà fuori dell’Europa e molto altro.

Al riparo di un baluardo di vestiti, pareti e oggetti, domestici, sorgeva la famiglia borghese, l’istituzione più misteriosa dell’epoca. Se è facile - come attesta un’ampia letteratura - scoprire o immaginare dei nessi fra puritamesimo e capitalismo, quelli tra struttura familiare ottocentesca e società borghese rimangono infatti oscuri.

Lo studio della Storia aiuta a comprendere che certi fenomeni si sono già verificati in altri tempi e se da un lato questo aiuta a mettere nella giusta prospettiva il loro peso, relativizzandolo, dall’altro offrirebbe la possibilità di capire cosa sia stato fatto in passato e quali siano stati gli esiti; non si tratta solo di imparare del passato e dal passato, ma aver il buon gusto di sbagliare con un po’ di fantasia.  Il Trionfo della Borghesia è un assaggio delle meraviglie che si possono conoscere del mondo, nel passato e nel presente, sollecita la curiosità del lettore e lascia aperti molti interrogativi, come è giusto che sia se si legge un buon saggio. 

Nell’epoca dell’iper-soggettivismo, in cui molte persone, a detta del Censis, non sanno distinguere da fatto e opinione, un ripasso di Storia può essere utile, anche solo per evitare che l’Hobsbawm del prossimo secolo scriva di noi come del Trionfo dell’Ignoranza.

Dedica

Ad Andrea, certo che 'l trapassar dentro è leggero