Titolo: Le Parole Sono
Importanti
Autore; Gianluca Giansante
Anno di Pubblicazione: 2011
Genere: Saggio
Recensione di Chiara Bortolin
Lo dico con profondo
rammarico: si è in un contesto in cui Le
parole non valgono niente. E’ evidente, se si presta attenzione alle
conversazioni altrui che disgraziatamente intralciano lo scorrere dei propri
pensieri: la gente esprime opinioni
su tutto, con la presunzione di un esperto, fatto salvo che di esperti, in ogni
campo, ce ne sono pochi e occorre di rado che si incontrino nei salotti delle
parrucchiere, alla fermata del bus o in coda al supermercato.
Lo dico con profonda
indignazione che Le parole non valgono
niente e vorrei che si apprezzasse lo sforzo profuso nell’allenarmi a
questo sguardo socchiuso sul un mondo di noia, l’impegno richiesto per far
roteare la penna con lentezza mentre faccio sgocciolare parole e soprattutto
vorrai che si apprezzasse il dispendio economico che comporta il logorare una
giacca di Missoni al solo fine di potersi dichiarare un intellettuale.
Fatta questa doverosa e
reciproca premessa, posso affermare che in effetti una certa svalutazione del
significato delle parole, non delle parole, si percepisce. Il problema, poi,
non è neppure questo, ma piuttosto che la decadenza del significato comporta e
corrisponde alla decadenza dei concetti.
Corollario di questa
inflazione non è solo che tutti hanno un’opinione su tutto, immigrazione,
surriscaldamento climatico, energia nucleare o collocamento dei bigodini, ma che,
peggio che peggio, si accettano con profondo senso democratico tutte le
opinioni in pari misura. O almeno lo si dichiara, chè, all’atto pratico, se si
è colti da infarto si è ben disposti a rinunciare all’opinione del vicino di
casa preferendo, a buon diritto, la competenza del cardiochirurgo.
In questa congerie di luoghi
comuni, si attribuisce la stessa insufficienza di concetti e di significati
anche alla classe politica, senza troppi distinguo. Le parole sono importanti smentisce questa frettolosa e confortante
idea di una classe politica tutta propensa a parlare come pensa, cioè
approssimativamente.
Il saggio presenta l’analisi
delle strategie di comunicazione che sono state adottate dai partiti politici
italiani, con particolare riferimento ai loro esponenti di spicco. Bisogna
riconoscere all’Autore il merito di avere scritto un saggio ben strutturato,
ordinato, intuitivo, in cui a ogni partito viene attribuito un capitolo
suddiviso in paragrafi con singoli micro-argomenti.
Altro merito è aver compiuto
un’analisi sufficientemente precisa da non essere superficiale, senza cedere
alle velleità di pedanteria che sovente, chi tratta di materie tecniche,
confonde per precisione.
Questo libro è stato
pubblicato nel 2011, quindi non sono considerate figure passate di recente alla
ribalta come Monti, Renzi o Salvini, ma è in ogni caso interessante applicare
il metodo che viene utilizzato dall’Autore in due aspetti: in primo luogo è
possibile verificare il percorso fatto da alcune personalità citate e ancora
presenti sulla scena politica come Bersani, Berlusconi e Grillo; in secondo
luogo è interessate creare un confronto autonomo tra gli esponenti esaminati e
i nuovi Leader: Bersani e Renzi, Bossi e Salvini, Grillo e i Cittadini del
Movimento Conque Stelle.
L’analisi dell’autore prende
in considerazione diversi mezzi di comunicazione e le modalità con cui questi
vengono sfruttati dai politici. Questo è un ulteriore spunto per prestare più
attenzione a come ciascuno decodifica le informazioni che riceve attraverso i
mezzi di comunicazione.
Le parole sono importanti e i politici lo sanno bene, sicuramente meglio di quanto si pensi comunemente. Diceva Woody Allen: E' un vero peccato che tutte le persone che sanno come far funzionare il paese siano troppo occupate a guidare taxi o a tagliare capelli. Verrebbe da aggiungere che forse, allora, chi sa usare le parole può dedicarsi ad altro, magari alla politica.
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