giovedì 14 gennaio 2016

Contro la Flessibilità

Titolo: Contro la Flessibilità

Autore: Luciano Gallino

Anno di Pubblicazione: 2007

Genere: Saggio

Recensione di: Chiara Bortolin

Nel nostro Paese come in altri dell’Unione Europea, Francia e Germania in testa, organizzazioni e personaggi autorevoli chiedono ogni giorno, ormai da alcuni lustri, che sia accresciuta la “flessibilità del lavoro”.

Devo essere sincera: io non avrei comprato questo libro. Se lo avessi visto esposto in una scaffalatura in libreria, il mio sguardo sarebbe corso oltre. L’ho letto perché era nel programma di un esame universitario e, sempre in totale sincerità, mi sono accinta a leggerlo senza nessun entusiasmo. 

Se ora ne scrivo e ne consiglio la lettura è perché ci sono delle ragioni valide e ora provo a elencarne alcune. La prima è che è scritto molto bene. Non è un fatto da dare per scontato: ci sono saggi molto importanti dal punto di vista dei contenuti la cui scrittura è talmente farraginosa da comportare più impegno nella comprensione delle frasi che non nella comprensione dei concetti. 

Questo saggio è scritto così bene da consentire immediatamente la concentrazione sui concetti. E qui arrivo alla seconda ragione: i concetti sono esposti in modo ordinato, come se fossero dei mattoni che l’Autore fornisce al Lettore affinché possa man mano costruire il pensiero. 

Non c’è nulla che venga dato per scontato e questo è un altro merito: il saggio, pur veicolando concetti che richiedono dei dati tecnici, è fruibile a chiunque sia  interessato all’argomento, ovvero al tema della flessibilità sul lavoro, anche senza vere alcuna preparazione di carattere economico, giuridico o sociologico.

L’argomento è oggi assai quotato: se ne parla per ogni dove,  al bar sotto casa, a cena con gli amici, nei talk show di tutti i canali possibili e immaginabili. Tutti hanno un’opinione, pro o contro. E’ evidente che l’Autore ha un’opinione, la dichiara immediatamente nel titolo, ma nella lettura ci si rende conto che c’è modo e modo di argomentare un’opinione e che non è vero che tutte le opinioni sono uguali, perché qualcuno ha più ragione di esprimerle di altri.

Lavoro e consumo, cultura e intrattenimento, esercizio sportivo e rapporti con l’amministrazione pubblica: tutto è possibile per tutti 24 ore su 24, 7 giorni au 7. Inoltre, sia per questo motivo, sia perché le imprestare prime sono diventate flessibili, nella società flessibile ciascuno ha la possibilità di adattare le proprie condizioni e tempi di lavoro alle sue esigenze e responsabilità familiari. 

L’Autore definisce prima di tutto il concetto di flessibilità, poi definisce il contesto in cui esso è emerso, come si è evoluto nel tempo e come è stato interpretato dai diversi soggetti che ne hanno guidato l’attuazione. Successivamente, l’Autore esplora le conseguenze dell’attuazione sotto diversi punti di vista: politico, economico, sociale, individuale. In ultimo, il Prof. Gallino trae le proprie conclusioni e offre la sua soluzione, che evidentemente va in una direzione diversa dall’attuale.

Personalmente non mi sento di condividere alcune considerazioni presentate, ma sono a posteriori molto contenta di aver letto questo saggio. Non solo ho acquisito nuove informazioni e nozioni, ma ho dovuto confrontare la mia opinione epidermica, mediatica, quotidiana, con delle riflessioni approfondite. Questo mi ha spinta a modificare alcune posizioni personali e a rendermi più prudente su altre.

E’ questo che io mi aspetto da chi insegna o da chi fa informazione o da chi pretende di fare cultura: non l’erogazione di opinioni preconfezionate, ma lo stimolo a fare altre domande; non la pretesa di forgiare posizioni, ma la spinta a rivedere le proprie; non semplificazione che porta a demistificazione, ma complessità che richiede attenzione.

E poi infondo, ci si annoia a sentire opinioni contrastanti  tra loro ma sempre uguali a se stesse: a volte si trova più soddisfazione nell’ascoltare chi non solo la pensa diversamente, ma la pensa anche meglio e obbliga al piccolo sforzo del ragionare. 

Il Prof. Gallino è mancato qualche settimana fa; non ho fatto in tempo a scriverGli per ringraziarlo, ma le idee hanno questo di meraviglioso: che sopravvivono a chi le mette in circolo, hanno una vita propria, che diventa un patrimonio di tutti, rimanendo merito di uno.


2 commenti:

  1. Chiara me lo devi imprestare in modo tale da avere cosi' spunti di riflessione per le nostre chiaccherate.

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Dedica

Ad Andrea, certo che 'l trapassar dentro è leggero