giovedì 5 maggio 2016

La Peste

Titolo: La Peste

Autore: Albert Camus

Anno di publicazione: 1947

Genere: Romanzo

Recensione di: Chiara Bortolin

I singolari avvenimenti che dànno materia a questa cronaca si sono verificati nel 194... a Orano; per opinione generale, non vi erano al loro posto, uscendo un po' dall'ordinario: a prima vista, infatti, Orano è una città delle solite, null'altro che una prefettura francese della costa algerina.
La città in se stessa, bisogna riconoscerlo, è brutta. Di aspetto tranquillo, occorre qualche tempo per accorgersi di quello che la fa diversa da tante altre città mercantili, sotto tutte le latitudini.

A volte capitano delle circostanze curiose anche nella storia della Letteratura. Per esempio che tre autori vogliano dare lo stesso titolo al proprio romanzo, La Peste. Malaparte e Sartre cedettero il passo a Camus, il che, se ci si vuole attenere ai fatti, accadde per questioni pratiche, ovvero Camus li batté sul tempo. A voler attribuire un significato più profondo, del tutto arbitrario,il romanzo di Camus aveva più ragione di ricorrere a una parola così universale nel suo orrore metaforico.

In fondo, Malaparte ne La Pelle aveva descritto il degrado di Napoli dopo la guerra, il che ne fa un racconto geograficamente e storicamente circostanziato; Sartre aveva descritto  con  La Nausea l'incapacità di attribuire significato alla vita di un individuo e questa è l'apoteosi del soggettivismo. Camus tratta del Male, del male assoluto, se mai esistesse un concetto tanto astruso, come l'assoluto del male o l'assoluto del bene.

La Peste è un romanzo che narra di un'epidemia che si diffonde in una immaginaria cittadina algerina negli anni Quaranta. La trama in sé non rivela particolare originalità: un medico di grande statura morale si batte prima per allertare del pericolo, poi per curare le persone, infine per mettere in guardia da future pestilenze; il suo impegno non si ferma davanti a nulla: ignora la superficialità dannosa dei politici, rinuncia a seguire la moglie malata in cura altrove; sopravvive psicologicamente alla morte degli amici. Il protagonista è il buono.

La parte del cattivo è più distribuita: tocca in parti diverse agli altri cittadini, in una straordinaria e inquietante sfilata di miserie, meschinità e insensatezze. Altri buoni si accodano al dottore, non tutti certo ricevendo il giusto compenso per i loro sacrifici.

Quando scoppia una guerra, la gente dice: "Non durerà, è cosa troppo stupida". E non vi è dubbio che una guerra sia davvero troppo stupida, ma questo non le impedisce di durare.

È chiaro che la trama non giustifica la fama del romanzo! La narrazione, seppur di altissimo livello,  da sola non sarebbe valsa il nobel. No, ciò che rende La Peste un romanzo di immenso valore è il suo significato metaforico: l'aver spiegato con una storia di fantasia ciò che era accaduto nel mondo reale ovvero il dilagare dell'ideologia fascista. Le vicende dei personaggi descrivono tutte le sfaccettature dei comportamenti umani, dallo strenuo rifiuto del male alla totale negazione delle sue conseguenze.

Solo Hanna Arendt seppe fare di meglio sotto un profilo analitico, con la triste conseguenza che accade agli intellettuali: essere ignorati dai più. Il romanzo di Camus ebbe invece il privilegio di enorme e duraturo successo editoriale, che ancora fa sperare che la Letteratura possa essere per molti.

E davvero sarebbe utile riprendere in mano questo romanzo, dai critici definito un caposaldo della Letteratura dell'Assurdo, se si guardano le statistiche dello stato dell'istruzione e della cultura ai tempi nostri. A fronte di un sempre maggior numero di laureati, di masterizzati e dottorati, non solo cresce paurosamente l'analfabetismo di ritorno, ma pure l'analfabetismo culturale degli ipertitolati che non sanno per esempio quando Cristoforo Colombo abbia messo piede su suolo americano, quando sia stata sganciata la prima bomba atomica o, più banalmente, la differenza tra omosessuale ed eterosessuale.

Camus ha già fatto tutto ciò che poteva per metterci in guardia dalla peste che lui aveva conosciuto e da quelle che non conosceva e che pure temeva. Dalla peste odierna, leggasi ignoranza, ci dobbiamo curare noi: leggere La Peste potrebbe essere un buon vaccino. 



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Dedica

Ad Andrea, certo che 'l trapassar dentro è leggero