Titolo: Contro il Fanatismo
Autore: Amos Oz
Anno di Pubblicazione: 2002
Genere: Saggio
Recensione di: Chiara Bortolin
(…) Sono un gran fautore del compromesso. So che questa parola gode di una pessima reputazione nei circoli idealistici d’Europa, in particolare tra i giovani. Il compromesso è considerato una mancanza di integrità, di dirittura morale, di consistenza, di onestà. Il compromesso puzza, è disonesto.
Non nel mio vocabolario. Nel mio mondo la parola compromesso è sinonimo di vita e dove c’è vita ci sono i compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, è morte. Sono sposato con la stessa donna da quarantadue anni: rivendico un briciolo di competenza, in fatto di compromessi. (…)
Chi conoscesse questo Autore per i suoi romanzi potrebbe sollevare un’obiezione di ordine letterario, perché questa è la prima recensione che dedico a Oz e, considerata la sua statura letteraria, considerate le sue ripetute candidature al Nobel, la mia scelta potrebbe apparire bizzarra.
La motivazione che posso addurre è naturalmente soggettiva ed è che un grande scrittore riesce a regalare meraviglie anche in occasioni diverse dalla loro pratica quotidiana. Bisogna essere grati per questa generosa opera di diffusione di intelligenza.
Nel 2002 Oz tenne tre lezioni sul tema del fanatismo all’Università di Tubinga, a ben vedere non proprio un’Accademia secondaria, sul tema del fanatismo. Il saggio contiene la trascrizione di queste lectio magistrali.
Voglio essere molto chiara: questo saggio va letto. La si può pensare come si vuole sui molti temi che un argomento come il fanatismo richiama, penso all’integralismo, al terrorismo, alla religione, al conflitto tra israeliani e palestinesi. La si può pensare come si vuole, ma si potrebbe scoprire che il proprio pensiero sia grossolano, dopo aver letto queste lezioni.
Il primo motivo per cui questo libro va letto è che è tanto semplice da leggere quanto complesso da rielaborare. E’ peculiarità delle menti brillanti saper illustrare in modo accessibile pensieri che solo loro sanno elaborare. Einstein che spiega il concetto di relatività, tanto per capire.
Tengo molto a questo aspetto: Oz è un donatore di pensieri, di idee, di concetti. Il fanatismo può essere combattuto solo dai moderati. Il fanatismo e il terrorismo sono due fenomeni attigui, ma non sono sinonimi né semanticamente né concettualmente. La pace e la fratellanza sono due concetti diversi, due fatti diversi, non necessariamente collegati. Il compromesso è l’unica, dolorosa via per un bene superiore, la pace.
E di affermazioni così cristalline, così immediate, se ne trovano molte in queste poche pagine. Le argomentazioni a supporto scorrono altrettanto chiare, altrettanto evidenti. E qui vorrei sottolineare un altro aspetto: è una menzogna che la semplificazione sia inevitabile per rendere accessibili concetti complessi. La semplificazione presuppone la disistima del proprio pubblico, la demistificazione ne presuppone l’ignoranza. Un relatore adeguato fornisce gli strumenti per comprendere, non li omette.
Altro motivo per cui leggere questo saggio è la sua leggerezza. Oz riesce a essere brillante, a tratti divertente, ironico, pur trattando di temi così delicati. A dimostrazione che per essere seri non è necessario essere noiosi. A dimostrazione che chi ha confidenza con l’umanità preferisce un sorriso all’insulto.
Non ultimo, l’Autore è uno straordinario narratore e queste lezioni contengono tante storie, tanti aneddoti, tante deliziose curiosità, che di per se stesse valgono la lettura.
Sento sovente dire che non ci sono più intellettuali in giro, che non ci sono più personalità di riferimento culturali, al punto che a fare opinione sono rimasti i soliti buffoni di corte, che infarciscono i programmi satirici. Non è vero: gli intellettuali ci sono e parlano e scrivono, Amos Oz è uno di questi.
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