venerdì 19 dicembre 2014

La più bella lettera d'amore del '900


Titolo: Viaggio al Termine della Notte
 
Autore: L. F. Celine
 
Prima edizione: 1932
 
Genere: Romanzo
 
Per chi vuole conoscere un po' di inizio secolo.
 
 
Questo per me è il più bel manifesto d’amore che il Novecento ci abbia lasciato. Il perché lo spiegherò tra poco, ma prima vorrei che la leggessi, con dolcezza, con attenzione, con dedizione, come leggeresti una confidenza in un diario.

 
 
L’abbracciai forte, Molly, con tutto il coraggio che ancora avevo nella carcassa. Provavo una gran pena, autentica, per una volta, per me, per lei, per tutti gli uomini.

E’ forse questo che cerchiamo, nient'altro che questo, provare la più gran pena possibile, per essere noi stessi almeno una volta, prima di morire.

Sono passati lunghi anni da quella partenza e poi ancora anni.

Ho scritto sovente a Detroit, a tutti gli indirizzi che mi ricordavo, a tutti quelli che potevano conoscerla, seguirla, Molly. Non ho mai ricevuto risposta. Il casino adesso è chiuso, è tutto quello che ho potuto sapere.

Buona, ammirevole, Molly. Vorrei che lei sapesse, se ancora mi può leggere da qualche parte, in qualche posto che non conosco, che l’amo ancora e sempre, a modo mio, che non sono cambiato per lei e che se vuole può raggiungermi, per dividere il mio pane e il mio destino furtivo. E se non è più bella, ebbene, tanto peggio! Ho conservato tanta della sua bellezza così calda, così viva, dentro di me, che ne ho ancora per tutti e due, per vent’anni almeno, il tempo di arrivare alla fine.

C’è voluta proprio della follia per lasciarla, della specie più brutta e fredda! In ogni caso ho conservato la mia anima fino a oggi e se la morte domani dovesse arrivare, non sarei mai, ne sono certo, così freddo, cinico e volgare come tutti gli altri, per quel po’ di gentilezza e di sogno che Molly mi ha regalato in pochi mesi d’America.
 
Se pensi che non sia una vera e propria lettera hai ragione, perché è la chiusura di un capitolo del Viaggio al Termine della Notte. Curiosamente a tutti coloro che leggono il Voyage, questo stralcio lascia l’impressione di una lettera. Una meravigliosa lettera d’amore.

Molly, come non voler essere Molly? Molly che è bella, buona, gentile, ammirevole. Che, detto da un cinico come L.F. Céline, voglio dire, non è cosa da niente! Nessun parolone, nessuna iperbole, nessuna esaltazione. Sono così semplici eppure così rari questi aggettivi!

Molly è una prostituta, l’ultima icona di bellezza che verrebbe in mente, dopo secoli di Beatrici, la poesia è in una puttana. Non è a caso, intendiamoci. 

Il Novecento non aveva portato nulla di buono: un conflitto mondiale devastante, il crollo degli antichi Imperi, il crollo delle ideologie. Quando saltano gli schemi, e sono saltati tutti gli schemi, anche l’arte, che anzi anticipa la catastrofe, non può ritrovarsi nei canoni classici.

La bellezza non può più essere in Beatrice, in Laura o in Angelica. Non può esserci una bellezza ideale, se gli ideali sono svaniti.

Bisogna cercare la bellezza altrove, come aveva fatto Don Chisciotte, che per Dulcinea lottava contro i mulini a vento. Ma Don Chisciotte di Dulcinea, anche lei una prostituta, aveva creduto di farne una principessa, aveva ancora tentato di vestire di immaginario la realtà.

Di fronte all’orrore che l’umanità ha prodotto, la bellezza non può più essere fuori nel mondo, ma deve essere dentro, nell’animo. Se la bellezza c’è ancora è tutta interiore e conservata, così viva e così calda.

Si conserva, come si può, a modo proprio, che è forse l’unico modo che resta. Senza cambiare, essendo se stessi, fino alla follia. Anzi, un amore così forte, che permette di essere quello che si è, che realizza nelle altezze del sogno e nella vigliaccheria della fuga. Un amore così dentro di sé, che non ha bisogno di essere nel mondo. Un amore che non ha neanche bisogno dell’oggetto dell’amore. Molly sarà invecchiata, sarà forse imbruttita, sarà forse cambiata. Pazienza. L’amore non conserva solo se stesso, ma anche chi viene amato.

Non sono cambiato per te. Se l’amore riesce a conservarsi, a conservarci, se l’amore è la garanzia di trovare noi stessi, di farci incontrare noi stessi, anche solo per un inverno, ecco che il sogno ci può ancora essere.

Nonostante l’orrore, avendo conosciuto l’orrore. Nonostante tutto ti amo ancora e sempre, a modo mio.

Il Novecento non poteva offrire niente di meglio. Le tragedie di inizio secolo sono solo il preludio di quelle ben peggiori che ne seguiranno, dove veramente il sonno della ragione genera mostri.

Dopo la Seconda Guerra mondiale, i totalitarismi, i muri che divisero il mondo, non resterà che un pavesiano Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

E il mattino dopo, smaltita la sbronza di falsi miti, di cattivi maestri e di tutti i luoghi più comuni e più feroci, sarà tutto da reinventare. 

Si cercherà di ricordarci il sublime nella Vergine delle Rocce, nella Pietà, nella Primavera, nell’immaginario, ma nel reale, io credo, sarebbe già molto accontentarsi di regalare un po’ di gentilezza e di sogno.

Sarebbe già molto essere Molly.

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Dedica

Ad Andrea, certo che 'l trapassar dentro è leggero