venerdì 16 gennaio 2015

Insciallah


Autore: Oriana Fallaci
 
Titolo: Insciallah
 
Anno di pubblicazione: 1980
 
Genere: romanzo
 
Recensione di: C. Bortolin
 
Per chi è alla  ricerca della formula della vita
 
Cara, per raccontare gli uomini, questi bizzarri animali che fanno ridere e piangere, bastano due sentimenti che in fondo sono due ragionamenti: la pietà e l’ironia. In parole diverse, basta avere il sorriso sulle labbra e le lacrime agli occhi

Ed è proprio così in questo libro. Perché i fatti che accadono nel corso dei tre mesi libanesi del contingente italiano sono narrati con una profonda pietà e un’affilata ironia.

Insciallah è un romanzo che devi leggere con calma, anche se vorresti leggerlo d’un fiato, perché la scrittura veloce e incalzante, il susseguirsi dei fatti, ti tengono sotto pressione. Vuoi sapere, sapere come andrà a finire, questa faccenda della guerra. Invece dovresti essere saggio e leggerlo piano, assaporarlo, capirlo.

1983: in Italia sono i ruggenti anni 80, in Libano no. In Libano contingenti di diverse nazionalità tentano di garantire la stabilità politica di una città divisa, Beirut. Divisa per quartieri, che identificano poteri, che si legittimano con la religione.

Unica certezza, lo capisci subito, l’unico sentimento condiviso che unisca tutti i quartieri, è che nessuno vuole gli stranieri. Non che gli stranieri, i soldati, abbiano tanta voglia di essere lì, a Beirut. Anche i più convinti in partenza comprendono rapidamente che la loro presenza è inutile. 

La guerra non serve a nulla, diceva, non risolve nulla. Appena una guerra finisce ti accorgi che i motivi per cui era scoppiata non sono scomparsi, o che se ne sono aggiunti di nuovi in seguito ai quali ne scoppierà un’altra dove gli ex nemici saranno gli amici e gli ex amici i nemici.

E la guerra in cui i protagonisti del romanzo si dibattono è ancora più infingarda e più subdola di una vera guerra, perché non è una battaglia aperta, ma un continuo vivere nella tensione: è successo qualcosa, succederà di nuovo, può succedere in ogni istante.

 Perché negli attentati funziona così: Perché a Beirut un bambino di otto anni non è più un bambino è un uomo anzi un vecchio abituato a uccidere

Questo senso di sospensione, di incertezza, provoca in ogni personaggio, in ogni uomo, sensazioni diverse. Ma nel comune smarrimento si insinua la domanda fondamentale: qual’è la formula della vita?

La vita non è un problema da risolvere, è un mistero da vivere. Lo è, caro amico, lo è. Credo che nessuno possa sostenere il contrario. Quindi la formula esiste. Sta in una parola. Una semplice parola che qui si pronuncia a ogni pretesto, che non promette nulla, che spiega tutto, e che in ogni caso aiuta; Insciallah, come Dio vuole, come a Dio piace. Insciallah!

Questa la spiegazione, non la verità, perché la verità della formula della vita ogni personaggio se la trova da sé, nel suo coraggio e nella sua paura, in fondo all’anima che scopre di avere. C’è chi ama la guerra, perché la paura, il soffio della morte, per un istante, accende la scintilla della vita. C’è chi odia la guerra, perché si sente defraudato della propria giovinezza. C’è chi cerca la gloria, chi crede ancora nell’amore, chi si aggrappa all’amicizia o si getta nello squallore.

E’ un grande esame la guerra. E’ il più straordinario banco di prova cui un uomo possa ricorrere per misurarsi con la paura e scoprire di che cosa sia capace nel momento della verità.

Ti potrebbe sembrare strano, ma proprio in questa tensione verso la morte, contro la morte, la Fallaci urla da ogni riga il profondo amore per la vita. Il tentativo di trovarne la formula.

 Questo libro non è un classico, affatto. Questo libro è cronaca, te ne accorgerai fin dalle prime pagine. Questo libro è stato scritto la settimana scorsa, ma con un anticipo di venticinque anni.

Non era una profetessa, la Fallaci, no, non fosse altro che gli intellettuali che hanno provato a fare i profeti hanno sempre sbagliato. No, semplicemente aveva imparato una lezione:

…che dietro ogni bagno di sangue chiamato rivoluzione c’è un libro, dietro ogni insania costituzionalizzata c’è un libro, dietro ogni violenza collettiva c’è un libro, e dietro ogni genocidio, c’è un Main Kampf!

 

 

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Dedica

Ad Andrea, certo che 'l trapassar dentro è leggero