giovedì 5 novembre 2015

Lettera al padre


Autore : Franz Kafka

Titolo: Lettera al Padre

Anno di stesura: 1919

Anno di pubblicazione: 1952

Genere: Lettera




Carissimo padre, di recente mi hai domandato perché mai sostengo di aver paura di te. Come al solito, non ho saputo risponderti niente, in parte proprio per la paura che ho di te, in parte perché questa paura si fonda su una quantità tale di dettagli che parlando non saprei coordinarli neppure passabilmente. E se anche tento di risponderti per iscritto, il mio tentativo sarà necessariamente assai incompleto, sia perché anche nello scrivere mi sono d'ostacolo la paura che ho di te e le conseguenze, sia perché la vastità del materiale supera di gran lunga la mia memoria e il mio intelletto.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare a fronte della statura dell’Autore, Lettera al Padre non è un romanzo o una finzione letteraria, ma è esattamente quello che il titolo dichiara: una lettera privata.
Nella storia della letteratura, sono moltissimi gli epistolari che sono stati pubblicati, le raccolta di corrispondenza tra autori, materiale dall’altissimo contenuto storico e culturale che viene utilizzato dagli studiosi per ricostruire il contesto in cui glia autori si confrontavano. Lettera al padre è però un altro tipo di scritto: è proprio una lettera che un figlio scrive al padre.
C’è sempre un che di imbarazzante, nel conoscere le vicende familiari di altre persone; sembra un gesto indiscreto, una sorta di intrusione nella vita privata altrui, una violazione dello spazio interiore e quindi si è portati a leggere queste poche pagine con pudore.
Kafka scrive al padre, poco prima di morire, come fosse una sorta di bilancio della relazione. Si capisce fin dalla seconda riga che il bilancio non è positivo. E sorprende la semplicità delle parole scelte da Kafka, autore di altissimo livello, per esprimere i propri sentimenti. Questo è il primo regalo che fa Kafka ai suoi non voluti lettori: dimostrare che la complessità dei significati, talvolta, necessita della semplicità delle parole.
Il secondo regalo che fa Kafka è la profonda analisi interiore del dolore causato da un cattivo genitore. Il Kafka Figlio della lettera riesce a esprimere i complessi sentimenti di tutti i figli maltrattati. Emergono con chiarezza il senso di solitudine, il senso di inadeguatezza, il senso di inferiorità davanti a un Padre che sembra gigantesco. Emerge il senso di colpa, che è ormai un classico della letteratura pedagogica, del Figlio che in qualche modo ritiene di meritare le angherie a cui è sottoposto. Infine il rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, il desiderio sempre rinnovato e sempre deluso di instaurare un rapporto sano, la frustrazione dei condizionamenti che il disamore provoca.
Tu possiedi, credo, un talento educativo; a un individuo del tuo stampo avresti potuto sicuramente giovare, avrebbe riconosciuto la ragionevolezza di quanto gli dicevi, non si sarebbe preoccupato d’altro e si sarebbe tranquillamente comportato di conseguenza. Ma per me bambino tutto ciò che mi intimavi era comandamento celeste, non lo dimenticavo mai, restava per me il metro più importante per giudicare il mondo, soprattutto per giudicare te stesso, e qui fallisti completamente.
Nonostante l’Autore non avesse nessuna velleità letteraria in questo scritto, la sua grandezza narrativa elevata questo gesto privato a icona. Ancora più grande perché intima, lontana dai condizionamenti culturali che la psicologia avrebbe importato nella letteratura decenni dopo, estranea a ogni intenzione di suscitare interesse, se non verso il destinatario.
Freud individuò il concetto di padre – padrone e dopo di lui Jung e Melanie Klein e decide di altri studiosi ancora oggi cercano di identificare i sintomi, le dinamiche, le eventuali terapie che riguardano i cattivi rapporti tra figli e genitori. In qualunque libreria sono a disposizione testi di ogni genere e qualità, per addetti e lavori e per profani. Sono stati realizzati decine di film che hanno eviscerato e declinato il tema in tutte le sue versioni.
Lettera al Padre resta un’ineguagliabile testimonianza di ciò che comporta questa tragedia personale. La sospensione del tempo è il terzo regalo perché grazie alla penna di uno Scrittore straordinario si ha chiara la sofferenza di ogni bambino non amato che, in ogni epoca e in ogni luogo, non si sentirà mai in grado di diventare un uomo.
La tua sfiducia negli altri infatti non è pari alla mia sfiducia in me stesso, a cui tu mi hai educato.

Nessun commento:

Posta un commento

Dedica

Ad Andrea, certo che 'l trapassar dentro è leggero