giovedì 17 dicembre 2015

Il Rogo di Berlino


  

Autore: Helga Schneider

Titolo: Il Rogo di Berlino

Genere: Romanzo

Anno di Pubblicazione:  1995

Recensione di: Chiara Bortolin

Dopo la nascita di mio fratello Peter, mia madre scoprì di aver sbagliato carriera. Ben presto si convinse che servire la causa del Führer fosse più onorevole dell'allevare i propri figli; così ci abbandonò entrambi in un appartamento di Berlin-Niederschönhausen e si arruolò nelle SS. Era l'autunno del 1941 e le forze tedesche se la passavano male sul fronte russo.

Nonostante questo libro sia edito da Adelphi,  casa editrice di pregio, nonostante sia reperibile in qualsiasi negozio che rechi l’insegna libreria, nonostante sia disponibile anche in formato elettronico, è assai raro imbattersi in un suo lettore.

Il fatto è assai curioso, perché Il Rogo di Berlinonon ha nulla da invidiare a molti altri testi riguardanti il periodo bellico, talvolta più venduti e meno significativi.

La vicenda narrata è una storia vera che trae origine dall’esperienza personale dell’Autrice. Volutamente ignoro il termine autobiografia, perché il primo merito della Schneider è essere riuscita a fare di una vicenda molto specifica una narrazione comprensibile a tutti.

Helga, la protagonista nella Storia e nella storia, non è solo una bambina abbandonata, istituzionalizzata, restituita a una famiglia raffazzonata. Non è nemmeno solo una dei bambini che visita il bunker del Fuhrer. Helga è un’adulta che rilegge il proprio essere stata bambina in un certo contesto storico: i ricordi sono restituiti con vivezza da una donna che ha saputo fare pace con il proprio passato.

Questa operazione, sicuramente non facile, offre credibilità alla narrazione: questo è il secondo merito. Lontana da ogni tentazione retorica, la Schneider non giudica la storia e non prende la comoda posizione della vittima che vanta un diritto di rivalsa. L’autrice, tedesca di nascita, austriaca per trasferimento e italianizzata per amore, narra il dramma della guerra.

Ancora più apprezzabile è il contenuto storico che il libro trasmette attraverso le vicissitudini personali: la Scrittrice descrive ambienti, situazioni, accadimenti, che solitamente si perdono nei libri di Storia, perché troppo specifici, e si distorcono in pubblicazioni di scarso livello e molta polemica.

E’ da credere che queste poche dolcissime pagine abbiano richiesto una grande fatica alla sua Autrice. Si dovrebbe un po’ di gratitudine a chi fa della propria sofferenza un romanzo di grande spessore; si dovrebbe essere grati a chi, con discrezione, sollecita la comprensione e non il giudizio; si dovrebbe offrire un posto nella propria libreria a un romanzo che tratta la complessità con semplicità.

Afferma la Schneider che nessuno sopravvive alla guerra, neppure i vivi. La stessa lezione di Primo Levi, la stessa di Kertez, la stessa del del Diario di Anna Frank. Vale la pena ripassarla, con questo romanzo bello, ben scritto, troppo poco conosciuto ma davvero apprezzabile.

11 commenti:

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  3. Gentile Signora o gentile Signore,

    Mi permetta di chiarire alcuni aspetti di questo blog. Questo spazio ha come fine precipuo la divulgazione letteraria, il che implica che sia rivolto a persone che non sono cultori della materia, ma che desiderano conoscere ciò che non conoscono. Nello specifico di questo testo, non mi è occorso di vederlo assegnato come lettura scolastica, sebbene lo meriti. Per cui, a differenza di altri testi, non si può definire un testo comunemente noto. Mi voglia usare la cortesia non solo di voler ripostare il suo commento, che io ho letto e non rimosso come amministratrice, e di volerlo anche firmare, se non per me, che ci metto faccia e firma, per i miei lettori, che non sono Umberto Eco ma che hanno tutti la correttezza di firmarsi. Nel ringraziarLa per aver partecipato, La invito a comporre una Sua recensione, che sarò lieta di pubblicare, Cordialmente, Chiara

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  4. Gentile Chiara, credo Lei debba informarsi meglio prima di parlare. In particolare il libro che Lei cita è adottato in così tante scuole italiane - e c'è anche la versione scolastica da costringere l'autrice a rifiutare inviti nelle scuole ogni giorno perché non le è possibile assecondarli tutti. Diversi Sindaci e Assessori di tutta Italia hanno dedicato a Helga Schneider giornate o eventi, centinaia di bambini e ragazzi di volta in volta hanno ascoltato incantati le parole della scrittrice dalla sua viva voce in palestre, aule o, più spesso, più grosse strutture per poter accogliere tutti. L'autrice è stata più volte premiata, direttamente e indirettamente, per la sua opera quotidiana ormai ventennale nelle scuole e anche altri suoi libri come "Lasciami andare madre" (il seguito dé "Il rogo di Berlino") sono stati oggetto di compiti in classe, elaborazioni varie, video su YouTube di rappresentazioni teatrali e altro. Ogni mese Helga riceve doni fatti a mano da bambini e ragazzi che la ringraziano di essere una così importate testimone. E potrei andare avanti ancora con molte righe di commento qui sotto ma, Le dico solo e Le ripeto: s'informi meglio. Buone letture.

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  5. Gentile Anonimo, mi pare evidente che non sono riuscita a trasmetterLe il significato dell'articolo e più in generale del blog e questo mi rammarica. D'altronde, mi pare che il fraintendimento nasca all'origine se, a sSo avviso io parlo di libri, invece che scriverne. Sarà sempre benvenuto o benvenuta, come lettore o come commentatore. Cordialità, Chiara

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  6. Gentile Chiara, in alto a sinistra ogni mio commento è firmato: Nirvanananda Atma che è il nome che il mio guru mi ha dato e che ora l'unico mio nome che riconosco come autentico. A lei pare evidente che io non abbia compreso il significato dell'articolo, a me pare evidente che parliamo due lingue diverse. Buona giornata!

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  7. "Nonostante questo libro sia edito da Adelphi(...)è assai raro imbattersi in un suo lettore": è una barzelletta?

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  8. Cara Chiara: desisti! La Schneider è persino su Youtube. Che dire poi dei laureati consessi palestrali che le hanno tributato l’ovazione di settenni in preda all’acetone? Oppure Sindaci e Assessori, guariti, sicuramente guariti dalla scolarizzazione, i quali trovano persino il tempo di invitare Helga, mentre recitano un rosario di ambizioni meschine, di millenarie paure, di inesauribili astuzie.

    E potrei andare avanti ancora con molte righe di commento qui sotto ma devo finire il libro: “Sequestro un uomo”; se non mi sbaglio è scritto a quattro mani da Primo Levi e Josef Mengele.

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  9. In questo blog avete dei problemi...

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  10. Scusate, cortesemente: in questo blog si tratta di letteratura e si cerca di farlo con garbo. Io accetto le critiche, non le offese. Confido nel buon senso di tutti, ma se questo è il tono, mi vedrò costretta a rimuovere alcuni commenti.

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Dedica

Ad Andrea, certo che 'l trapassar dentro è leggero