Titolo: Bullismo a scuola
Autore: Dan Olweus
Anno di Pubblicazione: 1993
Genere: Saggio
Recensione di: Chiara Bortolin
Philip si suicidò dopo essere stato sistematicamente preso in giro e umiliato tre compagni di classe. Gli erano stati rubati gli appunti il giorno prima dell’esame, che fu costretto a sostenere ugualmente, con esito negativo. Timoroso di raccontare tutto ai suoi genitori, Philip scelse la morte. Rincasò da scuola e si appese con una una alla porta della sua camera da letto.
La parola bullismo, anche nella sua forma più tecnologicamente avanzata, cyber bullismo, è ormai ampiamente ricorrente nelle cronache come nelle chiacchiere. Come sovente accade, la diffusione del termine non sempre corrisponde alla diffusione della conoscenza del significato, né tanto meno della conoscenza del fenomeno.
Capita così che s verifichi un paradosso: che si gridi al bullismo là dove non c’è e viceversa si taccia dove si verifica. Scrivo paradosso, ma di paradossale c’è solo la manifesta incapacità da parte degli adulti di assumersi le proprie responsabilità.
Da un lato si riscontra la tendenza a patologizzare ogni problema: una persona malinconia è immediatamente depressa; una persona presa in giro, è immediatamente discriminata; un inconveniente è un trauma.
Dall’altro lato si minimizza ogni problema reale: una famiglia indifferente è annoverata come spartana, un insegnante vile viene definito discreto, un educatore negligente è oberato dal lavoro.
In questo guazzabuglio, il libro di Olweus è un utile strumento di approfondimento per chiunque si interessi di minori. Il testo si apre con la riproposizione di alcuni fatti di cronaca volti a d dare una dimensione concreta al fenomeno.
Nelle pagine a seguire, Olweus, con buona organizzazione del pensiero, va a dare alcune linee guida: definizione del fenomeno, attori principali e secondari, modalità di identificazione dei protagonisti e indicazioni pratiche per prevenire, diagnosticare e intervenire. Il saggio, nella versione italiana, si chiude con uno studio svolto nel nostro Paese.
Dalla pubblicazione sono passati parecchi anni, manca in effetti una sezione riguardante la versione cibernetica del bullismo, oggi alla ribalta non solo nei per ciò che attiene ai minori. Nonostante ciò, l’analisi proposta è attuale, convincente e utile, perché la tecnologia è solo un mezzo attraverso cui esprimere la crudeltà, ma le dinamiche scatenanti non sono affatto diverse.
Il testo appare un vademecum prezioso per chi non abbia una formazione specifica in ambito psicologico, ma abbia a che fare con minori frequentemente. L’impostazione divulgativa ha il pregio di unire la teoria alla pratica, mediante molti esempi, aneddoti e fatti di cronaca. Questo naturalmente rende il testo anche scorrevole, fruibile anche ai non addetti ai lavori e di immediata comprensione.
Come tutto ciò che attiene all’animo umano, la comprensione è tanto maggiore quanto più il lettore è disposto a considerarsi un potenziale attore. Conoscere meglio il fenomeno del bullismo è utile in ogni caso: per un verso a evitare inutili allarmismi, dall’altro lato a evitare che certe situazioni degenerino tragicamente . Con metodo, con cuore e, perché no, con un po’ di sano bistrattato buon senso.
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